Non tutti lo sanno, ma pilotare un drone non è un’operazione semplice come può sembrare dall’esterno.

Ma soprattutto, per svolgerla c’è bisogno di attestati specifici.

Oltre agli attestati è importante anche l’addestramento, ormai diventato obbligatorio.

In questo articolo spiegheremo tutto quello che c‘è da sapere per diventare un pilota di droni professionista.

Partiamo con l’attestato per le Operazioni critiche:

Per svolgere quest’attività ci occorre, quindi, un attestato.

Bisogna possedere delle abilità specifiche per far volare il proprio drone sopra aeree congestionate, in ambienti urbani vicino a infrastrutture sensibili e con una distanza inferiore ai 150 metri dalla aree congestionate o a meno di 50 metri da persone non coinvolte e informate delle vostre operazioni di volo.

Ma per poter ottenere l’Attestato di pilota remoto valido per le Operazioni Specializzate Critiche, CRO, occorre prima aver conseguito l‘Attestato per le Operazioni Non Critiche, il vecchio Attestato Basico.

Cos’è cambiato con il nuovo regolamento?

Per chi ha deciso di svolgere il corso dal 15 dicembre 2019 sino al 29 febbraio 2020 rimangono valide le previsioni in materia di cui al Regolamento Edizione 2 Emendamento 4 del 21 maggio 2018.

Secondo tale regolamento, è necessario effettuare un corso teorico e pratico con esame finale presso i Centri di Addestramento riconosciuti dall’Autorità italiana.

Per chi invece decide di svolgere il corso da marzo 2020 che cosa succede?

Il primo cambiamento riguarderà le modalità dell’esame; infatti per chi vorrà svolgere il corso da marzo 2020, una piattaforma online gestita dall’ Ente Nazionale Aviazione Civile (ENAC) permetterà di eseguire i test online per conseguire l’Attestato.

Un alto cambiamento riguarderà la didattica del corso.

Per ottenere l’Attestato di Pilota di APR per Operazioni Non-Critiche il richiedente deve acquisire conoscenze sulle regole dell’aria applicabili, sulla sicurezza del volo e dei rischi operativi, sulle regolamentazioni aeronautiche, sui limiti alle prestazioni umane, sulle procedure operative di base, sulle conoscenze dei sistemi APR, sugli aspetti legati alla privacy e sulla protezione dei dati, sulle nozioni sulle assicurazioni, sugli aspetti legati alla security.

Inoltre, si dovrà superare un esame online su un portale web dedicato dell’ENAC composto da almeno 40 domande a risposta multipla. Ad oggi le domande del corso Basico sono la metà.

Per quanto riguarda il Corso Critico, tra le materie da studiare troviamo: meteorologia, prestazioni di volo e pianificazione, mitigazioni tecnico-operative e gestione del rischio.

Al termine del corso formativo presso un Centro di Addestramento riconosciuto verrà effettuato un esame composto da 30 domande a risposta multipla, dopodiché si passerà ad un corso pratico con esame finale.

Un altro cambiamento sia per il Corso Basico che Critico, riguarda la visita medica, che non è più richiesta.

Da una attenta lettura del regolamento nazionale, è sparito il concetto di visita medica, come riportato nel precedente art. 21 comma 2 della Edizione 2. Em.4, laddove si leggeva infatti che “il pilota deve essere in possesso di un certificato medico rilasciato da un Esaminatore Aeromedico Aero Medicai Examiner – AME”.

In base a tutti questi cambiamenti risulta evidente che per pilotare un drone c’è bisogno di attestati specifici, di una conoscenza sia teorica che pratica che SOLO un addestramento specifico è in grado di fornire.

Quindi per tutti i futuri piloti, appassionati di droni, oggi c’è bisogno di conseguire attestati specifici, perché non sarà più possibile “volare” senza essere certificati.

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